Vi siete mai chiesti quale sia il prezzo dell’energia elettrica in Italia e chi lo stabilisce? E quanto incide sulle nostre bollette?

Cos’è il PUN e come funziona?

Il PUN è il Prezzo unico nazionale, ovvero il prezzo di riferimento dell’energia elettrica acquistata all’ingrosso sul mercato della borsa elettrica (IPEX, Italian Power Exchange). Qui avvengono le contrattazioni per la compravendita tra produttori e fornitori.

Il PUN non è altro che una media di tutti i prezzi stabiliti ogni ora e ogni giorno in base al meccanismo di domanda e offerta. Ogni ultimo giorno del mese avremo così un valore, quindi il risultato dell’andamento mensile espresso in euro/MWh.

Ecco dunque quanto pagano l’energia elettrica i fornitori ai produttori.

Dove si trova il valore mensile del PUN?

Per visionarli basta visitare il sito del Gestore dei Mercati Energetici (www.mercatoelettrico.org), che si occupa dell’organizzazione e della gestione del mercato elettrico.

Da quali fattori è influenzato il PUN?

Oltre che dal rapporto tra domanda e offerta, il PUN può essere influenzato significativamente anche in base alla situazione geopolitica: ad esempio se un Paese che fornisce energia elettrica decide di bloccare l’esportazione, un conflitto bellico, l’instabilità economica ecc..

A chi serve il PUN e a cosa si deve stare attenti?

Ai fornitori in primis per inserirlo in bolletta se il cliente ha definito un listino a prezzo variabile. Infatti un fornitore di energia elettrica offre un listino a prezzo indicizzato/variabile, inserirà un’aggiunta, ovvero uno spread/compenso/fee sulla bolletta che non sarà altro che il guadagno del fornitore.
In secondo luogo serve conoscerlo anche ai potenziali o già clienti, per comprendere e poter confrontare con maggiore consapevolezza le offerte presenti sul mercato. Per esempio, se si conosce che un fornitore offre un listino indicizzato, quindi utilizzando il PUN, dobbiamo chiedere qual è lo spread di quel fornitore e confrontarlo con un listino a prezzo fisso di un altro fornitore.

Facciamo un esempio?

Il fornitore A offre un listino a prezzo indicizzato con uno spread di € 0,03/kwh, quindi vuol dire che in bolletta, una volta in fornitura con quel fornitore, avremo il PUN di quel mese di riferimento (per es. € 0,10/kwh) al quale aggiungere lo spread stabilito nell’offerta di € 0,03/kwh.

Ma abbiamo finito qui? NO!

Al totale, ovvero € 0,10/kwh dobbiamo aggiungere un valore forfettario del 10% pari alle Perdite di Rete, si mettono sempre ed è un valore da inserire obbligatoriamente nelle bollette.

€ 0,13/kwh + 10%= € 0,143/kwh

Adesso, avendo calcolato il costo esatto della materia prima e quindi del nostro costo del kwh in bolletta, lo vogliamo confrontare con un listino fisso del fornitore B, che ci propone un prezzo finito del kilowattora di € 0,19.

E di fronte a 2 offerte così cosa facciamo? Cosa dobbiamo valutare?

Il pro di scegliere un’offerta variabile è che al momento il prezzo è ai livelli del 2020 e l’andamento degli ultimi mesi ci può fare abbastanza tranquilli, il contro è che essendo un prezzo variabile di natura è più rischioso rispetto ad un fisso.

Il pro invece di scegliere un’offerta fissa è che saremo al riparo di eventuali rialzi nei prossimi 12 mesi, ma di contro è che è certo che pagheremo di più e che non potremmo approfittarne di eventuali abbassamenti del PUN, in quanto con il prezzo fisso non ci riguarderanno.

Conclusioni.

Se non si ha voglia e pazienza di stare ogni mese a guardare il PUN e fare i confronti con tutti i listini dei vari fornitori, nel caso se ne capissero a pieno le condizioni, affidatevi ad un consulente energetico, cioè ad un professionista del settore che vi dice realmente se vale la pena o meno cambiare fornitore. Se invece si ha voglia di controllare tutti i mesi e confrontare, bisognerà mettere a confronto Spread e costi commerciali nel caso di listini a prezzo variabile, nel caso di listini a prezzo fisso si dovrà controllare solo il prezzo definito dalla compagnia e i costi commerciali mensili.